La Ricerca della Felicità

La Ricerca della Felicità



La ricerca della felicità è parte del nostro istinto naturale.
Ogniuno di noi aspira a provare piacere sia dal punto do vista fisico che emozionale, evitando il dolore.
Il nostro piacere emotivo, o ciò che possiamo chiamare felicità, è quindi semplicemente parte della natura umana.

Normalmente, quando una persona non è più schiacciata dalla paura di morire di fame o di congelamento, il piacere emotivo diventa un obiettivo primario.
La felicità può assumere molte forme e sfumature ma rappresenta di fatto l'elemento motivazionale più forte che spinge ogniuno di noi a prendere le proprie decisioni.
Eppure, molto spesso, il caos emotivo e l'insoddisfazione sembrano imperare sovrani nelle nostre vite.

Mentre è facile discernere tra le sensazioni fisiche di piacere e dolore, le emozioni non sono sempre così dirette. Spesso abbiamo uno strato di credenze accumulate nella mente che tendono a complicare la nostra stessa percezione della felicità.
Pensiamo per un attimo allo shopping per l'acquisto di articoli di abbigliamento. A meno che non stiamo comprando una divisa lavorativa o qualcosa di realmente necessario, generalmente finiamo con l'acquistare abiti che riteniamo possano migliorare il nostro aspetto, rendendoci più felici. Come possiamo constatare, l'acquisto dell'abito è solo un mezzo per migliorare il nostro stato di piacere emotivo. Facciamo acquisti perché ci sentiamo bene, o diamo per scontato che ci sentiremo meglio. L'impatto emozionale è il principale aspetto motivazionale alla base delle nostre decisioni.

Sentirci bene è il risultato finale a cui auspichiamo, ma ci sono molte strade per arrivarci.
Una persona può ad esempio essere preoccupata per la sicurezza del figli in automobile. Per sentirsi meglio emotivamente decide allora di acquistare una station wagon di grosse dimensioni. Un'altra persona può avere convinzioni molto forti relativamente alla difesa dell'ambiente naturale dall'inquinamento e decide conseguentemente di acquistare una vettura ibrida. Un terzo aquirente potrebbe ritenere stupido comprare una macchina nuova al prezzo pieno e decide quindi di scegliere un'auto usata.
Come è facile constatare, gli individui seguono diverse vie per sentirsi emotivamente felice nell'acquisto di una macchina , dal momento che ogniuno deve rispettare diverse ipotesi e credenze del tutto personali per arrivare a provare l'emozione finale. E' evidente che, per ciascuno di essi, non sono l'abito o la macchina nuovi a dare la felicità; semplicemente, essi si sentono meglio perchè hanno soddisfatto alcune profonde credenze radicate nelle loro menti.
Successivamente, le credenze potrebbero cambiare. Per il proprietario della station wagon forse l'acquisto di quella macchina non era stato fatto per essere felice, quanto piuttosto per tenere a bada i propri pensieri di paura e preoccupazione relativamente all'incolumità dei figli. Non dimentichiamoci infatti che, buona parte del sentirsi bene a livello mentale, consiste nell'evitare ciò che noi crediamo possa arrecarci un dolore emotivo. Questo include l'utilizzo di strategie di compensazione, come una macchina molto robusta, per tenere emotivamente a distanza paure legate alle nostre credenze. Tali strategie di compensazione non eliminano le convinzioni della mente, ma la gente può contare su di esse per gestire le proprie paure.

L'obiettivo finale è la felicità e tutte le credenze, le paure, le ipotesi e le percezioni della mente stabiliscono di fatto il percorso da seguire.
E' dunque sbagliato cercare la felicità in base a quelle che sono le nostre credenze? Non necessarimente, a meno che, seguendo i criteri dettati dalla mente, la nostra ricerca ci conduca all' infelicità. Gravi delusioni amorose o lavorative, crisi familiari o di mezza età,depressione o senso di vuoto interiore indicano che le nostre ipotesi circa il raggiungimento della felicità si sono perse lungo la strada.

Questo può accadere perchè, la maggior parte di ciò che abbiamo inserito nella nostra mente relativamente al concetto astratto di felicità, proviene da giudizi ed aspettative di altre persone o dal sistema di credenze esterno e non riflette le nostre reali aspirazioni individuali.
Supponiamo di credere che saremo più felici se perderemo 10 kg. di peso corporeo. La nostra mente imposterà un vero e proprio paradigma che consiste nell'essere meno felici perché non abbiamo ancora soddisfatto il requisito della perdita di peso. In altre parole, nel momento stesso in cui permettiamo che il nostro sistema di credenze stabilisca i criteri per essere felici, inconsciamente ratifichiamo anche le ragioni per essere infelici.

Che cosa accade dunque se i criteri della mente per sentirsi meglio emotivamente dipendono da cose che non possiamo controllare? Potremmo ad esempio credere che, per migliorare il nostro livello di soddisfazione, ci vorrebbe una promozione, o un riconoscimento al lavoro. La nostra mente usa questi fattori esterni come giustificazioni per concludere che non siamo felici come potremmo essere. Finiamo per essere infelici perché non possiamo cambiare le circostanze esterne. Se non modifichiamo i criteri di base che reglolano la nostra mente perdiamo l'occasione di essere soddisfatti ed in pace con noi stessi. Il nostro inseguimento della felicità si trasforma in una lotta continua per essere riconosciuti e promossi perché il nostro sistema di credenze ha fissato questo come il mezzo per il raggiungimento di un fine emotivo. D'altro canto, si potrebbe benissimo ottenere la promozione, un aumento, e il riconoscimento esterno solo per scoprire che non danno la gioia che ci aspettavamo. La nostra ricerca della felicità si è trasformata in un inseguimento di ipotesi del nostro sistema di credenze.

Se non diveniamo consapevoli di come le strutture di credenze limitano la felicità è probabile che cercheremo continuamente di cambiare i fattori esterni, al fine di essere soddisfatti. Cercando di cambiare i fattori che non possiamo controllare ci sentiremo frustrati ed impotenti.
Certo, alcune persone sono in grado di perseguire i propri obiettivi e soddisfare il loro sistema di credenze. Considerano questo un successo e si sentono bene con la loro realizzazione. Questo però non funziona per tutti. Molti finiscono per inseguire nuove ipotesi pensando che ciò li farà sentire meglio. Dopo un pò si stancano e si sentono sfiduciati, perché la felicità non è duratura. Alcune persone tentano di soddisfare le credenze nella loro mente per tutta la vita e non si sentono mai soddisfatti perchè la mente stessa sposta l'obiettivo prima ancora che essi lo raggiungano.

La ricerca della felicità è reale. Si tratta di un desiderio autentico e naturale. Per creare e vivere in uno stato di autentica felicità, è necessario imparare a non inseguire ciecamente le false credenze della mente. In caso contrario, la felicità diverrà un bersaglio in continuo movimento, impossibile da raggiungere.