Emozioni e Felicità



Emozioni e Felicità; in che modo sono connesse?

Chiunque abbia visto la serie televisiva "Star Trek" non può certo essersi dimenticato del leggendario signor Spock, il vulcaniano per metà umano con le orecchie a punta che prestava servizio come ufficiale scientifico sull'astronave Enterprise.
La principale caratteristica dei vulcaniani era rappresentata dalla soppressione di tutte le emozioni, mentre venivano esaltate la logica e la razionalità, attraverso tecniche di meditazione e disciplina mentale che i Vulcaniani imparavano fin da piccoli.

Potremmo dire che il personaggio del signor Spock sintetizza alla perfezione le caratteristiche della parte più avanzata del nostro cervello, la neocorteccia, in cui hanno sede la logica e la razionalità, aspetti appartenenti solo alla razza umana e non alle altre specie animali ma che, ironia della sorte, solo pochi di noi sanno come utilizzare in modo efficiente.

Semplificando enormemente, possiamo dire che la maggior parte degli esseri umani utilizza prevalentemente le aree più primitive del cervello, e cioè il cervello rettile che controlla le reazioni istintive ed il cervello limbico, che regola le emozioni e che solitamente dirotta le funzioni mentali superiori mettendole al servizio delle emozioni. In tempi di grande stress o eccitazione sessuale, il cervello rettile si prende cura di tutto e gli esseri umani operano semplicemente a livello istintivo.

La parte razionale del cervello fatica enormemente a tenere sotto controllo i cervelli emozionale ed istintivo.
Il cervello rettiliano è ossessivo, compulsivo, ritualistico ed è incline a comportamenti ripetitivi. Esso controlla funzioni vitali come la respirazione e il battito cardiaco e rimane attivo in ogni momento, anche durante il sonno profondo.
Il sistema limbico, con l'aggiunta delle emozioni agli istinti, può generare comportamenti più flessibili che facilitano l'apprendimento; tuttavia esso classifica tutto come gradevole o sgradevole e persegue una politica basata sul perseguimento del piacere e sull'eliminazione del dolore. Il sistema limbico è la la sede dei nostri giudizi, delle nostre sensazioni positive o negative e dispone di un'enorme connettività con la neocorteccia. Esso subordina il pensiero alle sensazioni.

Il pensiero, la mente razionale, la mente umana, dovrebbe essere il nostro fiore all'occhiello, ma rimane in gran parte sotto il controllo dei due cervelli inferiori.
Il sistema limbico delle emozioni giudica se le nostre idee sono buone o cattive, utilizzando i propri criteri spesso irrazionali e illogici, limitando l'evoluzione della specie umana e esponendola a seri pericoli.

Se le mie parole non sono sufficientemente chiare, vi consiglio di guardare questo breve filmato in cui Rita Levi Montalcini espone il concetto in modo eccezionale:





Nella neocorteccia risiedono le più alte funzioni cognitive che distinguono l'uomo dagli animali.
Il cervello emotivo aumenta il repertorio di comportamenti rispetto al cervello rettile, perché permette una nuova programmazione del comportamento che si terrà in conformità con i giudizi emozionali. In altre parole, noi ci auto-programmiamo a ripetere i comportamenti che abbiamo trovato divertenti o piacevoli, e ad evitare qualsiasi comportamento che ci abbia fatto provare disagio.

Il cervello razionale ci permette teoricamente di accedere ad un' enorme gamma di nuovi comportamenti in base a criteri razionali. Ma la ragione non si svincola dalle emozioni. Le persone non si comportano razionalmente e logicamente. Piuttosto, razionalmente perseguono la soddisfazione emotiva, che è molto lontana dal comportamento razionale.
Come disse Thomas Huxley : "Ciò che noi chiamiamo motivazioni razionali sono tentativi spesso estremamente irrazionali per giustificare i nostri istinti."
Un alcolista può ad esempio capire razionalmente in che modo procurarsi più alcol, ma l'alcolismo non procura felicità; è una malattia disastrosa che nessuno razionalmente sceglierebbe di infliggere a sè stesso. Quindi, la ragione viene messa al servizio di comportamenti controproducenti che, se adeguatamente analizzati, sono irrazionali e guidati dalle emozioni e dal desiderio piuttosto che dalla logica.

Eppure, è assurdo pensare che il cervello razionale possa staccarsi completamente dalle emozioni.
Senza emozioni, senza valori, una persona impegnata nel ragionamento non avrebbe fini razionali a cui tendere.
Dopo tutto, a cosa potrebbe aspirare un cervello puramente razionale?
Se non esistessero sentimenti, desideri, valori, la specie umana non avrebbe alcun motivo razionale di evolversi e migliorare. Un computer non ha alcun desiderio di essere un computer migliore dal momento che non ha sentimenti, non desidera nulla e non pone alcun valore su nulla. La ragione e la logica sono strumenti, non agenti propulsivi per il cambiamento. Ecco perché il concetto di volontà è così importante. La ragione non può mai essere altro che uno strumento della volontà. La ragione non può di per sé ottenere nulla. Non c'è via di fuga dalle emozioni e dal desiderio.

E' quindi evidente che, in quanto esseri umani, dovremmo aspirare a realizzare il miglior equilibrio possibile tra emozioni, desiderio e ragione e che ciò rappresenta la via più breve al raggiungimento della felicità.
La ragione è la qualità più giovane e più fragile della mente umana. Tutti gli animali se la cavano senza alcuna ragione cosciente. Potremmo paragonare la ragione ad un bene di lusso, e la maggior parte di noi spesso sceglie di farne a meno e di rimanere bloccata nel mondo infantile della gratificazione immediata.
La società in cui viviamo e di cui tutti siamo partecipi, del resto, è più che felice di assecondare i nostri piaceri a breve termine, essendo fondamentalmente strutturata sulla base dei nostri desideri emozionali.
La pubblicità ad esempio infantilizza intenzionalmente le persone e le incoraggia ad essere meno razionali, al fine di vendere di più. Così facendo porta alla costruzione di un'illusorio stereotipo di felicità che è in realtà irraggiungibile in quanto basata su un desiderio infantile, ossessivo ed infinito di oggetti materiali. Di fatto la pubblicità si rivolge senza sosta al sistema limbico e anche al cervello rettile istintivo; non fa appello alla neocorteccia cioè agli argomenti razionali ma piuttosto tratta le persone come macchine interamente determinate da sensazioni e desideri che possono essere facilmente manipolati.
Al contrario di ciò a cui ci siamo abituati a pensare, non sono le emozioni in sè stesse che ci allontanano dall'essere macchine automatizzate che ripetono inconsciamente tutta una serie di comportamenti stereotipati; ciò che può realmente renderci liberi è invece la nostra capacità di osservare le emozioni, le reazioni istintive e di controllarle da una prospettiva più elevata.

Credo fermamente che più cadiamo preda delle nostre emozioni e meno possimo auspicare a raggiungere la felicità: l'invidia, la gelosia, la rabbia, il rancore, il desiderio ossessivo... tutte queste emozioni sono letteralmente tossine mentali e non ci daranno affatto la felicità. Solo con la ferma volontà di coltivare qualità superiori quali altruismo, compassione, gioia di vivere ed equilibrio emotivo possiamo auspicare ad una nuova, gioiosa e consapevole umanità.