La Teoria del Tutto di Keshe

La Teoria del Tutto di Keshe



Mehran Tavakoli Keshe è uno scienziato iraniano, ingegnere nucleare, conosciuto per la sua nuova tecnologia sui reattori al plasma e per la sua teoria di un campo di forza dalle proprietà sconosciute. Keshe è autore di tre libri che spiegano la sua teoria sui principi e gli elementi fondamentali della materia e dirige la Fondazione Keshe in Belgio.
La fondazione afferma che la nuova tecnologia sarebbe in grado di controllare il clima, le malattie, i viaggi spaziali ed i trasporti a grande velocità con il plasma magnetico e gravitazionale.
Vediamo allora di esaminare i principi fondamentali della Teoria di Keshe, in modo quanto più sempplice e comprensibile.

LA STRUTTURA DELLA MATERIA

La Teoria di Keshe si basa sulla presenza di un campo magnetico che starebbe alla base di tutto ciò che esiste.
Nella materia coesisterebbero 3 componenti: materia, anti-materia e materia oscura la cui somma complessiva genererebbe un campo che avvolgerebbe ogni oggetto, chiamato da Keshe "Magrav".
Il "Magrav" viene percepito all'esterno come un misto di due campi legati l'uno all'altro, Magnetico e Gravitazionale: di conseguenza le iniziali di questi due campi sono state utilizzate per formare il nome "Magrav". Negli oggetti di uso comune con cui normalmente interagiamo percepiamo solo il campo gravitazionale ma, in realtà, anche il campo magnetico è sempre presente, sia pure debolissimo.
Le 3 componenti, materia, antimateria e materia oscura, secondo Keshe, sarebbero presenti in rapporti e quantità diverse in ogni particella di qualsiasi tipo e dimensione e la differenza tra una particella e l'altra sarebbe causata appunto solo dal diverso rapporto e quantità di tali 3 componenti.
Le forze di legame tra le 3 componenti, materia, antimateria e materia oscura, avrebbero una forza miliardi di volte superiore alle forze di legame della chimica.
Ogni particella sarebbe caratterizzata da un suo specifico campo "Magrav" che la renderebbe unica e che ne rappresenterebbe l'essenza invisibile. In tutto l'Universo non esisterebbero 2 particelle perfettamente identiche.
Più particelle, unendosi, formerebbero poi gli oggetti materiali per ogniuno dei quali esisterebbe uno specifico "Magrav".
Nel formare gli oggetti le particelle seguirebbero il principio della ripetitività dei frattali per cui un sistema solare avrebbe le medesime caratteristiche di una particella elementare, ad esempio di un atomo o di un elettrone.
Negli oggetti aventi una maggiore complessità, sarebbero presenti contemporaneamente più "Magravs"; ad esempio un uomo avrebbe un "magrav" complessivo e, contemporaneamente, un magrav per il braccio, per la gamba ecc... Ad ogni "Magrav" corrisponderebbe una certa quantità di materia, anti-materia e materia oscura.
Materia, Anti-materia e materia oscura formerebbero ogni particella aggregandosi in un insieme che avrebbe sempre le caratteristiche di un plasma gassoso, che occuperebbe tutto lo spazio disponibile. Sappiamo che il plasma è un gas ionizzato, costituito da un insieme di elettroni e di ioni ma, per Keshe, esso sarebbe anche un insieme di campi magnetici in movimento.
Nella teoria di Keshe le particelle elementari come l'elettrone, il neutrone e il protone, sono viste come plasmi. Il campo Magrav genererebbe forze gravitazionali e magnetiche molto forti, in grado di mantenere raggruppato tutto il plasma.
Il "Magrav" di ogni oggetto entrerebbe poi in equilibrio con i "Magravs" degli altri oggetti presenti, esercitando un'influenza sugli altri campi entro un certo limite, oltre il quale tale influenza diventerebbe trascurabile.
La zona entro la quale 2 "Magravs" interagirebbero viene definita da Keshe "superficie di interfacciamento".
I campi sarebbero collegati tra loro attraverso delle forze che Keshe chiama "pmtics"; si tratterebbe di campi magnetici in grado di trasportare informazioni ed energia, mantenendo in equilibrio tutto l'universo. Qualsiasi squilibrio sarebbe in pratica riequilibrato dall'azione dei "pmtics". Nel caso di due "Magravs" aventi una affinità, ad esempio la medesima energia o la medesima forma, le parti affini tenderebbero a fondersi e ciò avverrebbe grazie all’interazione e attrazione di "pmtics" differenti.
I "pmtics" potrebbero essere di tipo attivo o passivo. Quelli di tipo attivo sarebbero in grado di trasmettere o ricevere movimento o vibrazione, ovvero quantità di moto. Quelli di tipo passivo sarebbero in grado di trasmettere o ricevere energia senza necessità di movimento.
I pmtics di tipo passivo sarebbero quindi in grado di trasferire da un campo all'altro porzioni dei loro campi magnetici sotto forma di energie, aumentando o diminuendo la densità dei campi magnetici di partenza e di arrivo.
Il fallimento da parte dei fisici nucleari e dell'industria nel cercare di provocare la fusione del plasma formato da atomi di idrogeno in reattori a fusione sarebbe stato provocato dalla mancanza di comprensione dei semplici processi di creazione e controllo del plasma.
Keshe sostiene che, disgregando la materia nelle sue componenti di base, materia, antimateria e materia oscura, sarebbe possibile successivamente creare tutto ciò che si desidera, semplicemente comprendendo le caratteristiche del "Magrav" dell'oggetto che si desidera ottenere. Se paragoniamo il "Magrav" al progetto di una abitazione, potremmo dire che assemblando i vari pezzi a nostra disposizione sulla base del progetto, otterremmo l'edificio complessivo.

I CAMPI MAGNETICI DELLA TERRA

La scienza ufficiale sostiene che il campo magnetico della Terra sia generato dal movimento della massa magmatica che si trova allo stato liquido nel nucleo esterno del pianeta. L'elevata temperatura causerebbe un movimento velocissimo degli atomi, e ciò determinerebbe un flusso di elettroni liberi, cioè separati dagli atomi a cui appartenevano. Il nucleo sarebbe anche formato da una parte solida interna (nucleo interno) che, ruotando, interagirebbe con questi elettroni liberi, generando il campo magnetico.
Per avere una migliore comprensione dell'attuale visone della scienza circa il campo magnetico terrestre mi è stato molto utile guardare il seguente video:



Tuttavia Keshe si chiede come sia possibile che il Sole e le altre stelle riescano a creare i loro campi magnetici, dal momento che non hanno nuclei interni solidi.
Keshe sostiene quindi che i corpi celesti, compresa la Terra, abbiano dei nuclei centrali costituiti da una cavità contenente gas e plasmi. All'interno di questi nuclei cavi si potrebbero verificare fenomeni come la fissione, la fusione, la ionizzazione, che genererebbero calore. Tale calore sarebbe poi trasferito all’esterno attraverso l'anello sferico solido che, secondo Keshe, circonderebbe il nucleo cavo, mantenendo così i materiali del nucleo esterno allo stato fluido. Le forze magnetiche e gravitazionali delle stelle sarebbero anch'esse create nel centro di esse attraverso il movimento del plasma.

I CAMPI GRAVITAZIONALI DELLA TERRA

Secondo Keshe, fin'ora non è stato capito come si siano formati i campi gravitazionali della Terra. Vediamo quindi il concetto di gravità come inteso oggi dalla scienza, attraverso la visione del seguente video:



Come è facile comprendere, si crede che la forza di gravità sia una forza universale la cui causa non viene però spiegata in alcun modo.
Secondo Keshe invece, la creazione dei campi gravitazionali dei pianeti e delle stelle nell' universo è semplice nello stesso modo in cui lo è la creazione dei loro campi magnetici.
Pensiamo ai 2 poli opposti di 2 magneti che vengono attratti l'uno con l'altro, in altre parole esercitano un'attrazione gravitazionale reciproca. E' un fatto accettato che i poli opposti dei campi di forza magnetici possono interagire per creare campi di forza gravitazionali gli uni rispetto agli altri e rispetto agli altri elementi materiali che li circondano. Conseguentemente, è corretto assumere che, affinchè esista un campo gravitazionale in un sistema planetario, esso debba essere generato in modo simile, per effetto dell' attrazione ed interazione di almeno 2 campi magnetici che si trovano nel centro di un pianeta e la cui interazione sarebbe la causa dell'esistenza del campo gravitazionale. Questo sarebbe ovviamente vero anche per la Terra. In altre parole, due campi magnetici plasmatici aventi opposte polarità che interagiscono nei nuclei interni della Terra causerebbero la creazione del campo di forze gravitazionale del pianeta.
In definitiva, secondo la teoria di Keshe, la gravità sarebbe la misura dell' interazione e dell'attrazione di due o più forze magnetiche. Keshe, per indicare contemporaneamente i campi magnetici e gravitazionali, usa appunto il termine "MAGRAVS".
Keshe sostiene che il metodo di creazione e produzione dei campi magnetici e dei campi di forza gravitazionale delle galassie, delle stelle, dei pianeti, delle molecole, degli atomi e del plasma sarebbe sempre lo stesso, indipendentemente dalla grandezza fisica. Attraverso gli esperimenti da lui effettuati per diversi anni, sarebbe risultato evidente che i plasmi delle particelle elementari possiedono proprie forze "Magravs", derivanti dalle interazioni di diverse forze pmitcs entro la loro struttura.
Gli stessi due campi magnetici che creano la gravità, secondo Keshe, sarebbero anche la causa della rotazione del pianeta Terra. Infatti l'interazione dei campi magnetici plasmatici nei nuclei interni della Terra che causerebbe il moto di rotazione del pianeta. L'influenza dei campi delle forze magnetiche sul nucleo interno metallico solido, determinerebbe la velocità di rotazione del nucleo solido del pianeta da cui in definitiva dipenderebbe la velocità di rotazione della Terra.

COME VIENE CREATA LA MATERIA?

Keshe denomina la materia primordiale con il nome di "Matter", indicando con tale termine la materia composta dai 3 componenti di base, materia, antimateria e materia oscura. La "Matter" viene in tal modo distinta dalla materia grossolana cioè con dimensioni superiori all'atomo.
I neutroni ed i protoni che a noi appaiono come sferette circoscritte in realtà sarebbero una sorta di gas tenuto insieme da una forza che darebbe loro l'aspetto apparente di una sfera. All'interno delle strutture costitutive dei plasmi di tutte le particelle, neutroni, protoni o atomi, ci sarebbero almeno 2 campi magnetici che interagirebbero l'uno con l'altro. Se così non fosse, il plasma delle particelle verrebbe incorporato da altri plasmi presenti; in altre parole il campo "Magrav" delle particelle permetterebbe ad esse di esistere come unità individuali.
Tutto, dalle più piccole particelle, ai pianeti, alle galassie sarebbe fatto di plasma che si strutturerebbe grazie alla presenza di campi magnetici interagenti tra loro.
Detto questo, Keshe sostiene che all'inizio dovessero esistere solo dei deboli campi magnetici plasmatici dispersi nelle galassie, caratterizzati da una forza molto debole; immaginiamoci una sorta di zuppa di "pmtics" in movimento costante.
Le prime particelle elementari plasmatiche sarebbero proprio stati campi magnetici in movimento. Questi campi magnetici primordiali o "pmtics" avrebbero iniziato ad interagire tra loro; in pratica "pmtics" di uguale o simile intensità avrebbero iniziato ad "incastrarsi" (il polo nord di un "pmtics" si sarebbe legato al polo sud di un altro "pmtics") , formando in tal modo una sorta di circuito chiuso che, a sua volta, avrebbe rappresentato la base dei "Magravs" iniziali. Da essi si sarebbero poi formati dei campi magnetici più grandi e i primi campi gravitazionali.
L'incastro di 2 campi interagenti tra loro avrebbe determinato la formazione di una forma complessiva sferica, a causa del ripiegamento verso l'interno dei campi stessi.
Senza il campo Gravitazionale e magnetico di contenimento i due pmtics iniziali si sarebbero separati di nuovo.
A questo primo aggregato Keshe da il nome di MATERIA, cioè la pima componente del plasma. Ovviamente la sferetta che si è formata non sarebbe stata la sola, ma ci sarebbero state moltissime formazioni di questo tipo, cioè moltissime sfere formate da due pmtics. Questi nuovi campi, più intenso di quelli primordiali, sarebbero poi andati ad interagire con altri campi, creando un legame ancora più intenso, un forte "Magrav" distinto dal precedente che sarebbe stato alla base di ciò che Keshe definisce la parte di antimateria del plasma.
Successivamente si sarebbe creato un nuovo campo di forza "Magrav" indipendente dai campi magnetici di materia ed antimateria che sarebbe diventata la parte che Keshe chiama "materia oscura" del plasma.
A questo punto alcuni pmtics rimasti liberi si sarebbero posizionati al centro delle tre forze "Magravs" precedenti, cioè sarebbero state conglobati, comportandosi come sfere parziali di un campo magnetico rotante. Questo campo dinamico di pmtics, paragonabile ad un vuoto di forma sferi, ca avrebbe avuto forma toroidale, e sarebbe stato privo di un campo gravitazionale, vista l'assenza di coppie di pmtics affini, in gradi di generare alcun campo.
Questa regione sferica di campi di forza magnetica nel plasma è comunemente chiamata un wormhole, e la sua azione sulle forze del campo è detta “effetto Wormhole.”
Ciascuno delle tre Matters (proto-materie) avrebbe formato una struttura indipendente dalle altre Matters del plasma.
La nuova interazione complessiva di tutte e tre le componenti avrebbero portato alla creazione delle materie prime.
Nel plasma di partenza ci potrebbero essere stati pmtics non in grado di collegarsi o far parte delle tre componenti della Matteri, i quali, rimasti liberi, avrebbero galleggiato nel plasma e nel tempo, diventando i pmtics di alimentazione per creare altra Matter o altri campi magnetici.
Questi pmtics vaganti, vengono chiamati da Keshe zone di transizione. I campi magnetici relativi a queste zone intermedie tra le Matters sarebbero campi reciprocamente condivisi nel plasma, una sorta di miscela di raggi magnetici.
Nel modello di Keshe il plasma iniziale fondamentale corrisponderebbe al neutrone. Questo plasma iniziale sarebbe stato alla base dell'ordine universale della creazione della materia. Non potrebbe esistere una condizione in cui il plasma manchi di una delle tre componenti della Matter; tutte e tre le qualità della Matter dovrebbero essere sempre presenti per avere una struttura stabile nel tempo.
Esiste un momento, nel ciclo di vita di un plasma primitivo, nel quale i campi magnetici comuni delle zone di transizione si esaurirebbero parzialmente, disturbando l'equilibrio tra Magravs; allora il plasma iniziale si disintegrerebbe in una sotto-struttura di nuovi Magravs equilibrati, costituiti dalle stesse materie del plasma iniziale che però si ridistribuirebbero in modo da trovare una nuova combinazione equilibrata tra le Matters.
Il decadimento del plasma iniziale fondamentale porterebbe sempre alla creazione di almeno due nuovi più piccoli plasmi con campi magnetici bilanciati, uno più grande e contenente più "Matter" e più pmtics, l'altro più piccolo e contenente meno Matter e meno pmtics. I due nuovi plasmi così generati potrebbero continuare a mantenere una struttura equilibrata e ciò avverrebbe sopravvivendo nel loro ambiente come un'unica entità.
Nel caso del plasma costituito dal neutrone, il risultato del decadimento del plasma iniziale in due nuovi componenti lo farebbe divenire creatore di un protone e di un elettrone. Questa nuova entità pmtics bilanciata sarebbe quello che noi chiamiamo atomo.
Per quanto riguarda il quark, secondo Keshe esso non potrebbe essere considerato come un "particella elementare" in quanto avrebbe a sua volta delle sub-componenti costituite da campi magnetici più piccoli. Pertanto, secondo Keshe, la vera nuova "particella elementare" sarebbe rappresentata dai "campi magnetici" primordiali.
Ragionando in termini di scala più grande, questo modello del decadimento del "plasma iniziale fondamentale" corrisponderebbe a quello che i cosmologi vedono nelle galassie. Il collasso di stelle ed il loro riemergere come nuovi componenti più piccoli ne sarebbe un esempio. Oppure una nebulosa (neutrone) che si trasforma in un sole (protone) circondato da un pianeta (elettrone).
Tutti i componenti delle Matter del plasma nell’universo sarebero collegati l'un l' altro attraverso l’interazione dei loro pmtics che si accoppierebbero ed agirebbero in relazione alla loro intensità. Ogni Matter potrebbe guadagnare o perdere alcuni pmtics e un suo componente potrebbe diventare il componente di un'altra Matter di un altro plasma. Ad esempio, la materia del plasma che forma il protone potrebbe intercambiarsi con una materia di neutrone a causa del movimento dei pmtics dinamici.
Keshe definisce poi con il termine TRASMUTAZIONE il processo attraverso il quale la Matter di un plasma modifica le proprie percentuali di materia, antimateria e materia oscura a causa del passaggio in zone ambientali contenenti differenti forze pmtics; in tal modo, all'interno della Matter la materia oscura potrebbe in parte trasformarsi in materia, diventando visibile rispetto al nuovo ambiente. Le energie ed i campi, secondo Keshe non cambierebbero ma trasmuterebbero; è come se un campo magnetico cambiasse il proprio abito. Se, per fare un altro esempio, la componente antimateria, che è dotata di un forte campo Magravs, entrasse in un ambiente di pmtics la cui forza totale è uguale al suo campo Magravs, allora si stabilirebbe un legame di equilibrio con i pmtics del nuovo livello ambientale, e l’ antimateria potrebbe diventare materia-oscura, diventando invisibile in relazione al nuovo ambiente.
Quanto sopra spiegato sarebbe il “Il principio di transizione degli stati della Matter" di Keshe; esso stabilisce che:
  • 1) I campi di forza presenti nell’ambiente in cui opera la Matter determinano, in una certa misura, come si presenta la Matter e di conseguenza in che stato si troverà la materia comune derivata da quella Matter.
  • 2)Quando una Matter guadagna o perde una certa quantità dei suoi campi di forza magnetici plasmatici, può arrivare al punto in cui le caratteristiche e/o il comportamento del suo stato finiscono con l' assumere il comportamento e/o le caratteristiche delle Matters del plasma che sta attraversando.
Keshe afferma che sarebbe stato in grado di sviluppare dei semplici reattori di diluizione, ottenendo risultati in linea con considerazioni teoriche del principio della transizione delle Matters. In questi reattori di tipo nucleare, si permetterebbe alle Matters di passare da un componente ad un altro, facendole poi ritornare al loro stato originario. Questo nuovo metodo di transizione delle Matters consentirebbe la nascita di un nuovo sistema tecnologico di produzione per la soddisfazione di tutti i materiali di cui ha i bisogni l’uomo. Per esempio, si potrebbe ottenere materia comune priva di magnetosfera; in questo caso la materia comune assumerebbe le caratteristiche della materia-oscura diventando scura e traslucida, invisibile rispetto al suo ambiente circostante. E' bene sottolineare che questo succederebbe senza nessun cambiamento nelle proprietà fisiche della materia o cambiamenti nel suo campo di forza gravitazionale o nella sua posizione spaziale. La materia oscura infatti, secondo Keshe sarebbe qualsiasi materia semplicemente privata del suo campo magnetosferico.
Attraverso la interazione permanente di tutti i campi di forza dei pmtics in movimento, secondo Keshe, non si verificherebbe mai la fine dell'universo. Il movimento eterno delle forze dei pmtics porterebbe alla continua creazione di nuove Matters, nuove materie-comuni, nuove forze, rimescolando il tutto secondo il principio di creatività.
Secondo Keshe non ci sarebbe mai stato un Big Bang e non ci sarà mai uno scenario del giorno del giudizio universale per l’intero universo, in quanto quest'ultimo sarà per sempre in equilibrio nel complesso dell’ordine universale dei pmtics. Semplicemente, i pmtics delle Matters transiteranno da una componente ad un altra facendo cambiare la materia-comune che passerà da uno stato (solida, liquida, gassosa) ad un altro.
Anche la dimensione dell’universo, secondo Keshe, non cambierebbe mai; nell'Universo, il grande plasma singolo originale si sarebbe gradualmente disintegrato in campi di forza più piccoli e deboli; le interazioni successive avrebbero portato alla creazione dell’essere umano. Il plasma originale che si estenderebbe in tutto universo come unica singolarità, avrebbe dovuto disintegrarsi gradualmente in campi di forza più deboli, dalle cui successive i interazioni sarebbero derivati tutti gli eventi, Matters e materie comuni nell’universo.

IL CONCETTO DI ENERGIA

Per quanto riguarda l’energia totale posseduta dal plasma, secondo Keshe, essa può essere definita come la somma totale dei campi di forza magnetici di tutti i costituenti le Matters e di tutti i campi in movimento presenti.
Quando il campo magnetico del pmtics lascia i confini delle Matters ed è in movimento, esso potrebbe essere considerato energia. Appena lasciato il confine, i pmtics si troverebbero immersi in altri campi magnetici originati da Magravs che stavano all'esterno del confine appena valicato. A questo punto i pmtics inizierebbero a creare una perturbazione nel nuovo campo, consumando energia e diminuendo la loro intensità iniziale. Via via che i pmtics si allontanerebbero ulteriormente dal loro plasma madre, sarebbero costretti a trasferire sempre minore energia ad altri plasmi. Keshe sostiene quindi che, nei trasferimenti d'energia da una Matter ad un'altra, l'energia di partenza non corrisponde mai a quella d'arrivo.

IL CONCETTO DI MASSA

La fisica moderna non è ancora riuscita a capire come si crei e come si possa calcolare la massa.
Dovremmo avere capito, da quanto detto in precedenza che, secondo Keshe, l'interazione di almeno due campi di forza magnetici, porterebbe alla creazione di due campi di forza, uno attrattivo o gravitazionale ed uno repulsivo o magnetico. La differenza fra le misure dei due campi attrattivo (gravitazionale) e repulsivo (magnetico), corrisponderebbe alla misura della quantità di massa che verrebbe creata dai due campi magnetici di origine. La forza attrattiva sarebbe infatti sempre un pò più grande di quella repulsiva, per cui la differenza, sempre a favore della forza attrattiva, corrisponderebbe appunto alla misura della massa.
La legge di Keshe che riguarda la massa relativa ad ogni tipo di materia è la seguente: LA QUANTITA' DI MASSA E' UGUALE ALLA MISURA DELLA TOTALITA' DEI CAMPI GRAVITAZIONALI MENO LA MISURA DELLA TOTALITA' DEI CAMPI MAGNETICI.
La nascita dei Magravs sarebbe sempre accompagnata dalla creazione di una Magnetosfera e di una massa e questo per qualunque sostanza presente nell'Universo. Queste quattro forze, i campi magnetici, i campi gravitazionali, il campo della Magnetosfera e il campo delle forze della massa, sarebbero create istantaneamente e simultaneamente.
Secondo Keshe, sarebbe sufficiente conoscere la forza di due campi magnetici che stanno per interagire creando dei campi gravitazionali, per prevedere il risultato della misura della massa dell’entità che si creerebbe.
Considerando l'equazione generale della relatività di Einstein, E=mc², essa equivarebbe a dire che “Il totale dei pmtics rilasciati che partono dai plasmi dalla Matter è uguale al numero totale di pmtics moltiplicato per il quadrato della velocità massima a cui i pmtics possono viaggiare nell’ambiente della materia comune (velocità della luce)”.
La massa di un atomo è considerata come un insieme di plasmi che formano le sue particelle elementari; i plasmi di protoni, neutroni ed elettroni sarebbero costituiti da un insieme di pmitcs di differenti Matters e dalle loro interazioni.
L’energia totale del plasma sarebbe data dall'insieme di tutte le sue masse relative a tutte le sue matters. Ora, se ad esempio prendiamo una mela, potremmo dire che, la parte della mela che noi consideriamo tangibile, cioè la materia comune, sarebbe rappresentata dai componenti totali della Matter della mela stessa. In altre parole, il peso totale o massa del plasma sarebbe dato dal peso totale e dalla massa totale di tutti i componenti pmtics e di tutti i plasma delle matters del plasma fondamentale iniziale.

LA LUCE

Secondo la teoria di Keshe, la collisione di due campi magnetici plasmatici provoca una frizione dell’uno contro l’altro e ciò ha per conseguenza la separazione e la produzione di frammenti di pmtics, dei quali alcuni darebbero origine ad un campo magnetico plasmatico più piccolo rispetto ai due campi originali.
Keshe ritiene che le velocità del moto dei due pmtics plasmatici originali debba essere molto superiore a quella dei frammenti che si originerebbero dalla collisione e dalla interazione delle forze dei due campi magnetici. In altre parole, quando due pmtics collidono, il risultato sarebbe la creazione di frammenti rallentati di pmtics, sufficientemente ralentati da diventare visibili, scendendo al livello dello spettro della luce visibile. In altre parole, il risultato dell'interazione e della collisione di due o più raggi magnetici, campi magnetici, o plasmi di campi magnetici e gravitazionali, secondo Keshe darebbe origine alla luce.
Per quanto riguarda la velocità della luce, essa sarebbe solo la velocità massima rilevabile con i metodi umani, ma potrebbe non essere la velocità massima in altri livelli di ordine universale. Del resto, se possiamo affermare che la velocità della luce è la velocità massima che può essere raggiunta dai pmtics nei componenti del plasma che formano la materia comune, in quanto lo constatiamo, non possiamo dire lo stesso per quanto riguarda l'ambiente delle "Matters". Qui infatti potrebbero esserci velocità diverse rispetto alla luce creata dall'interazione di pmtics della materia-comune, e tali velocità non sarebbero affatto rilevabili per mezzo strumenti scientifici attualmente disponibili.
Quando il campo della Terra interagisce con quello del Sole, i rispettivi pmtics si scontrerebbero tra di loro lungo i bordi della livelli atmosferici superiori della Terra. Queste interazioni porterebbero alla creazione di pmtics a bassa energia e quindi visibili, che creerebbero la magnetosfera del pianeta. L' effetto complessivo di questi frammenti pmtics di luce generati, sarebbe vista come luce sulla Terra che apparirebbe nell'area d'interfacciamento tra il Magrav della Terra con il Magrav del Sole.
La velocità dei campi magnetici plasmatici, secondo Keshe varierebbe a seconda dell'ambiente e non esisterebbero limiti inferiori o superiori di grandezza. La limitazione della velocità di propagazione della luce non sarebbe altro che un limite che l'uomo si sarebbe auto-imposto. Il limite attuale della velocità di propagazione della luce sarebbe molto simile alla convinzione che la Terra fosse piatta e al centro dell'universo.
Lo spettro della luce visibile all'occhio umano avrebbe una certa gamma semplicemente perché gli occhi umani si sarebbero adattati mediante loro catena molecolare proteica ad essere in grado di interagire e riconoscere i pmtics di quel livello energetico. Tuttavia, se la natura umana avesse una catena chimica differente, allora l'uomo avrebbe una diversa gamma di lunghezze d'onda visibile.
La luce nella sua essenza sarebbe un movimento di pmtics. Dal momento che un campo magnetico in movimento è energia, Keshe afferma che la luce è energia o, in alternativa, che possiede energia. Qualora un raggio di luce arrivasse in prossimità di un gruppo di campi magnetici o gravitazionali (Magravs), queste due entità di campi interagirebbero. Quanto più forte sarebbe il Magravs di un oggetto, quanto più forte sarebbe anche l'interazione. Così, ad esempio, la luce visibile si muoverebbe più lentamente qualora fosse attirata dalle forze gravitazionali dei forti Magravs posseduti dalle stelle. In fisica questo è stato definito come l'effetto della curvatura della luce quando passa vicino a un pianeta o a una stella. Il principio dell'incurvamento della luce sarebbe semplicemente dovuto all'interazione del pmtics della luce con le forze Magravs plasmatiche delle stelle. Per lo stesso motivo si potrebbe comprendere perché nei campi di forza gravitazionali forti come le aree dei buchi neri, sembra che anche la luce sia assorbita; ciò sarebbe causato dal fatto che le forze Magravs nel centro dei buchi neri sono così forti da attirare i campi magnetici della luce all'interno.
La luce avrebbe anche differente velocità a seconda che si muovesse nell' antimateria o nella materia-comune, a causa della differente forza dei relativi campi magnetici. La velocità della luce nella materia-oscura e nell'antimateria sarebbe molto superiore rispetto alla velocità della luce in altre zone.

L'ANTIMATERIA

Secondo Keshe, nella struttura del “plasma fondamentale iniziale” (neutrone), l'antimateria sarebbe l'elemento principale, il componente caratterizzato dai pmtics più intensi e dinamici del plasma che forma il neutrone. L'antimateria sarebbe la fonte di energia e il punto centrale di attrazione gravitazionale del plasma nel suo complesso.
Se consideriamo come plasma tutto l'intero sistema solare, in questo caso l'antimateria sarebbe data dal Sole in quanto lì si troverebbe il centro principale di attrazione gravitazionale.
I pmtics dell' antimateria sarebbero trasmessi da un plasma ad un altro e causerebbero il trasferimento d'energia da una molecola a un'altra o da una cellula a un'altra.
Keshe afferma di aver dimostrato, attraverso vari test, che la presenza di antimateria porterebbe alla creazione di forti "Magravs" nei reattori, permettendo il sollevamento di grandi masse. Keshe sostiene che non è necessario bruciare questo elemento usandolo come combustibile per creare movimento ed energia, ma semplicemente occorre imparare ad utilizzare gli effetti delle interazioni dei pmtics costitutivi di tale antimateria.

LA MATERIA OSCURA

Nell’universo, la creazione della luce visibile nello spettro osservabile dall’uomo, sarebbe dovuta alla differenza di forza dei campi magnetici.
Nell’ambiente, dove c’è equilibrio e bilanciamento, secondo Keshe, non ci sarebbe luce dovuta all’interazione dei campi magnetici o dei pmtics. Questo non significherebbe che non ci sarebbero campi magnetici o pmtics in movimento. Semplicemente, i vuoti dell’universo confermerebbero l’esistenza di movimento in situazione d 'equilibrio di forza da parte dei campi magnetici, e non la mancanza d'esistenza di campi magnetici in movimento.
L’universo possiederebbe sempre forze pmtics in equilibrio nella sua totalità energetica, quindi possiederebbe anche più ambienti aventi forza equilibrate dei pmtics nelle quali si manifesta il buio. E’ ovvio che la maggior parte dell’universo appare come scura, anche se in quelle zone dell’universo, secondo Keshe, esisterebbero pmtics. Questo di per sé significherebbe che l’universo è in equilibrio in se stesso.
Le entità considerate Materie Oscure su una scala più grande sarebbero i buchi neri nelle galassie; lì si osserva una zona di campi gravitazionali più grandi e non si può vedere una sorgente fisica tangibile per la grande e forte forza di attrazione nella regione della galassia. Queste aree sarebbero generalmente e principalmente collocate nel centro delle galassie o sui bordi turbolenti ai confini delle galassie, in quanto in queste zone vi sarebbero più Matters, materie-comuni, campi magnetici statici e campi ma gnetici plasmatici in movimento. Qualora il saldo complessivo di questi campi fosse nullo, la luce non uscirebbe da queste regioni che darebbero l'impressione di avere un aspetto buio.
La Materia Oscura potrebbe diventare visibile sotto forma di Matter a causa del cambiamento della forza nell’ambiente dei pmtics. La comparsa delle Materie Oscure, per effetto dei cambiamenti nella forza dei loro pmtics o dalla loro situazione ambientale è stata del resto rilevata dagli scienziati nell’universo, e questo effetto è stato chiamato particelle virtuali.
Per quanto riguarda le macchie scure nel sole, Keshe sostiene che questi effetti sono normalmente riscontrabili sulla superficie dinamica delle stelle, dove un gran numero di materiali in movimento composti da pmtics di forza simile interagiscono tra di loro; di conseguenza si avrebbero maggiori possibilità di avere regioni con forze di pmtics bilanciate, dato che la maggior parte delle materie-comuni presenti sono della stessa natura, cioè plasmi di idrogeno.
L’oscurità dei buchi neri nelle galassie e i campi di energia oscura sarebbero dovuti allo stesso processo. In altre parole, là dove l’universo è bilanciato dal punto di vista della forza magnetica, esso apparirebbe scuro e vuoto, anche se nell’universo non esisterebbero regioni senza campi magnetici.
Così come la materia comune nello stato gassoso riempie tutto lo spazio a disposizione, altrettanto farebbe la Materia Oscura , dal momento che essa non sarebbe in grado di creare un’efficace confine magnetosferico, che agisca da interfaccia rispetto alla resistenza delle forze pmtics del suo ambiente.
Per quanto riguarda le particelle vituali, che sembrano apparire dal nulla e che hanno le caratteristiche di particelle reali, esse potrebbero essere qualsiasi cosa, atomi individuali o plasmi o qualsiasi Matter che presenti il comportamento della materia oscura. Quando queste “particelle virtuali” entrano in un nuovo ambiente, caratterizzato da forze pmtics che rompono l'equilibrio da esse posseduto, allora esse genererebbero una nuova magnetosfera visibile e sarebbe come se comparissero dal nulla.

NEUTRONI, PROTONI, ELETTRONI, ATOMI

Abbiamo visto che, secondo Keshe, le particelle iniziali fondamentali e le successive interazioni dei loro campi magnetici plasmatici porterebbero alla creazione delle Matters iniziali primordiali (materia, materia-oscura e antimateria); a loro volta, queste ultime porterebbero alla creazione dei “plasmi fondamentali iniziali” che formebbero i neutroni. La susseguente degenerazione dei plasmi fondamentali attraverso il decadimento ulteriore, porterebbe alla creazione di protoni ed elettroni di un atomo; infine la loro interazione darebbe luogo al raggruppamento in molecole e materie (solide, liquide e gassose).
Il neutrone (plasma iniziale fondamentale), decadendo, porterebbe alla formazione di due ambienti di plasmi di campi magnetici bilanciati, distinti ma anche interconnessi. In questi due nuovi plasmi, i campi magnetici plasmatici sarebbero strutturati in modo che uno contenga una quantità di massa più grande diventando il maggiore dei due campi magnetici plasmatici bilanciati cioè il protone. Il secondo plasma conterrebbe una quantità minore di pmtics del plasma e quindi avrebbe minore massa e corrisponderebbe all'elettrone. Il più grande dei due plasmi rimarrebbe nel centro, a causa della sua maggiore massa e forza Magravs, diventando il protone dell'atomo. Il campo magnetico più piccolo verrebbe allontanato, manifestandosi come elettrone dello stesso atomo.
Il processo che porterebbe il neutrone (plasma iniziale fondamentale) a scomporsi nel protone e nell'elettrone viene chiamato da Keshe decadimento iniziale fondamentale e sarebbe un processo naturale, come lo è il decadimento nucleare di strutture atomiche pesanti in atomi più leggeri.
Dall'osservazione dell’equilibrio dei Magravs del protone e dell’elettrone, si comprenderebbe come si creino le orbite differenti degli elettroni degli atomi più pesanti. I protoni sono entità dinamiche, pertanto solo un certo numero può ruotare nel nucleo. Pertanto quando si aggiunge un numero di protoni e i loro e quivalenti elettroni al nucleo, sarebbe necessario più spazio per il libero movimento di questi protoni. Per far si che la struttura dei nuclei rimanga in equilibrio magneticamente e gravitazionalmente sarebbe quindi necessario l'aggiunta di più neutroni equilibratori per creare un ambiente caratterizzato dal libero movimento dei protoni e dal naturale posizionamento dei loro Magravs. Così, con l’aumentare del numero di protoni, aumenterebbe il volume del nucleo al fine di mantenere il movimento dei protoni, e sarebbero necessari più neutroni. Questo sarebbe il motivo per cui nei nuclei degli atomi più pesanti ci sarebbe un numero maggiore di neutroni.
La rotazione costante dell’elettrone attorno ai nuclei di un atomo starebbe quindi ad indicare che l’elettrone ed il nucleo di un atomo mantengono continuamente un bilanciamento di forze Magravs tra di loro e tra le loro posizioni reciproche.

I MOVIMENTI NELL'UNIVERSO

Tutti i movimenti di oggetti e campi nell’universo dipenderebbe, secondo Keshe, dal totale posizionamento dei Magravs di un oggetto rispetto ai Magravs di ciascun altro oggetto. Keshe chiama questa obbligatorietà di posizionamento di un' entità nei confronti dell’altra il principio del posizionamento universale dei Magravs e sarebbe valido per l'intero Universo.
Il riposizionamento continuo del Magrav di un singolo campo o di un componente della Matter causerebbe il movimento delle Matters e delle materiec comuni nell’universo. Keshe chiama questo continuo riposizionamento dei Magravs di un entità rispetto all’altra: “il metodo universale del movimento”. Il movimento dei componenti degli atomi, così come quello dei pianeti e dei sistemi solari nell'universo sarebbero tutti basati su questo principio.
Quindi, cosa molto importante, è chiaro che non esisterebbe per Keshe la necessità di bruciare combustibile per creare movimento, essendo sufficiente utilizzare le proprietà dei Magravs. Sarebbe sufficiente creare la giusta forza Magrav per determinare un riposizionamento di un oggetto rispetto ad un altro; questi oggetti potrebbero essere un pianeta, una stella, un sistema solare o una galassia.
Pertanto, i principi di posizionamento Magravs del moto rappresenterebbero il futuro dei viaggi automobilistici, navali, aerei e spaziali. Attraverso questo metodo di posizionamento Magravs, non sarebbe più necessario usare motori a combustibile. La creazione di movimento attraverso il posizionamento Magravs potrebbe infatti essere utilizzata in un aeromobili equipaggiati con reattori gravitazionali rispetto alla Terra, o con un veicolo spaziale, in rapporto ad un pianeta del sistema solare o ad una galassia.

LE MOLECOLE

Il modo con cui i Magravs plasmatici interagiscono reciprocamente per trovare un equilibrio, porterebbe a successive interazioni ed equilibri in atomi differenti e alla conseguente formazione di elementi di differenti dimensioni e alla generazione delle molecole.
Per la creazione di una molecola in un dato ambiente sarebbe necessario, secondo Keshe, che i plasmi dei protoni e dei neutroni degli atomi abbiano un campo Magrav totale in equilibrio di bilanciamento con il campo di forza gravitazionale, in modo che questi atomi siano in grado di mantenere la loro struttura complessiva.
I Magravs plasmatici delle molecole dovrebbero trovare l’equilibrio oltre che all'interno anche all'esterno, cioè rispetto ai Magravs degli ambienti circostanti. Se l'ambiente circostante non fosse favorevole al raggiungimento di un equilibrio, alcuni tipi di atomi e molecole non potrebbero esistere in quell'ambiente mentre essi sarebbero prevalenti in altri ambienti; ciò sarebbe vero per piccoli spazi come per i grandi spazi, per esempio pianeti o galassie.
Keshe afferma che, nei futuri reattori industriali Magravs, per produrre tutti i tipi di atomo sarà solo necessario assorbire il plasma dallo spazio o dall’ambiente; ad esempio, per la produzione delle molecole di idrogeno, carbonio, azoto ossigeno, ma anche per la produzione di proteine, aria, acqua e così via, sarebbe sufficiente replicare in un ambiente gli esatti Magravs relativi alle molecole desiderate e realizzare le condizioni di mobilità adeguate ad un nuovo riposizionamento delle Matters.

LA TECNOLOGIA DI DILUIZIONE DEL PLASMA

La tecnologia a diluizione di plasma avrebbe lo scopo di controllare il plasma, le sue Matters e materie comuni costituenti e le sue particelle elementari fondamentali. Questa tecnica permetterebbe ai componenti delle Matters della materia comune che si trovassero nello stato di plasma, di essere diluiti.
Attraverso dei reattori, appositamente progettati per operare con le Matters, il plasma verrebbe confinato nella configurazione dell'involucro centrale del reattore. In tali reattori verrebbero generati dei campi magnetici plasmatici corrispondenti alle forze di legame del plasma fondamentale iniziale. Il plasma verrebbe in pratica ad essere disgregato per farlo ritornare allo stato iniziale, con le sue tre costituenti originali, materia, antimateria e materia oscura e ripristinando i campi di forza che le formano e le collegano.
Per esempio i pmtics (o campi magnetici) relativi all' antimateria del protone dell'ossigeno potrebbero essere usati per costruire protoni dell'atomo di calcio o essere usati per ottenere qualsiasi effetto desiderato, compreso effetti come la locomozione o la generazione d'energia.
Keshe definisce i reattori che facilitano una tale scomposizione del plasma “reattori a diluizione del plasma” . Tali reattori potrebbero essere usati, per esempio, per l’estrazione dell’antimateria, al posto dei metodi attualmente usati che consistono nel far collidere il plasma di un specifico metallo solido puro ad alte velocità negli acceleratori per estrarne casualmente la sua antimateria.
Keshe sostiene di essere riuscito, insieme al suo team, a creare nuove materie e ciò sempre attraverso le operazioni con “reattori a diluizione del plasma”.

TECNOLOGIA GRAVITAZIONALE DELLA MATERIA

La tecnologia che usa le proprietà delle Matters del plasma per creare movimento ed energia, viene definita da Keshe "sistema tecnologico del posizionamento dei Magravs".
Il sistema userebbe la proprietà di tutte le Matters nel plasma per creare movimento, sollevamento ed energia senza distruggere le caratteristiche dei materiali spostati e lavorerebbe per mezzo dei campi magnetici e gravitazionali esistenti nell'ambiente per ottenere movimento. Non ci sarebbe in alcun modo distruzione della Matter ma solo un rimescolamento delle percentuali presenti delle tre componenti con un conseguente riassestamento dei legami di interconnessione.
La tecnologia proposta agirebbe per mezzo di forze universali naturali. Pertanto non sarebbero necessarie reazioni per avere movimento dato che qualsiasi sistema si bilancerebbe magneticamente rispetto agli altri campi magnetici di forza.
La nuova tecnologia di Keshe si differenzierebbe quindi dai sistemi di propulsione attuali che bruciano carburante per aggirare i Magravs del pianeta al fine di spostarsi e muoversi.
Keshe chiama i nuovi sistemi di propulsione GRAPOS (GRAvitation POsitioning Systems); si tratterebbe di sistemi meccanici formati da due o più reattori che genererebbero almeno due campi magnetici i quali trasferirebbero Matters da un punto spaziale ad un altro. Il risultato sarebbero fenomeni di levitazione e movimento dell’intero sistema.
In un ambiente di campi magnetici plasmatici densi, come la Terra, usando i Grapos per alzarsi e muoversi, a causa dell’interazione col Magravs della Terra, questi sistemi di locomozione genererebbero attorno a se stessi una loro propria magnetosfera. L’intensità della luce di tale magnetosfera dipenderebbe dalla forza Magravs del reattore e sarebbe regolata dal principio di interazione dei due pmtics del plasma.
Secondo Keshe, l'avvistamento di luci nel cielo di sorgente ignota, chiamati UFO, farebbe riferimento a veicoli che utilizzano appunto sistemi di propulsione Grapos. Il fatto che questi visitatori utilizzino sistemi Magravs non significherebbe necessariamente che essi siano più avanzati scientificamente e tecnologicamente della razza umana in questo momento. Significherebbe solo che essi sarebbero riusciti ad utilizzare i principi dei campi magnetici plasmatici e i costituenti delle Matters prima della razza umana.

IL SOLLEVAMENTO DI OGGETTI

Usando il principio della creazione di forze Magravs dinamiche plasmatiche entro la struttura di un reattore a multi-nucleo, il sistema del reattore potrebbe essere portato a trovare la sua posizione di equilibrio rispetto all’ambiente del pianeta o di qualsiasi campo magnetico e forza gravitazionale nello spazio.
Operando in tal modo, sulla superficie del pianeta si rileverebbe una riduzione del peso del sistema del reattore, ottenendo un moto ascensionale. Tale moto ascensionale rispetto ai campi planetari (o rispetto ai qualsiasi sistema Magravs) sarebbe dovuto semplicemente al fatto che il campo magnetico del pianeta e il campo magnetico del sistema del reattore sarebbero della stessa polarità. Due polarità magnetiche simili si allontaneranno una dall’altra, generando appunto un moto ascensionale di separazione del sistema.
E’ fondamentale capire che nei reattori di posizionamento Magravs la repulsione di due oggetti o il movimento di allontanamento l’uno dall’altro, come il sollevamento dalla superficie terrestre, sarebbe totalmente causato dall’interazione dei pmtics dei due campi di forza magnetica, il campo del reattore e quello del pianeta.
Questo, secondo Keshe, sarebbe il metodo universale per la creazione del movimento della materia senza necessità di utilizzare la combustione; sarebbe esattamente in questo modo che i corpi celesti troverebbero la loro posizione nel macrocosmo, così come nel micro-cosmo un elettrone finirebbe col trovarsi in perenne movimento nelle spazio che circonda un nucleo atomico. Tutto seguirebbe lo stesso principio enunciato basato sull'equilibrio tra le varie matters.
Attraverso una combinazione di reattori, la nuova tecnologia sarebbe in grado di generare simultaneamente campi magnetici e gravitazionali che riuscirebbero a creare una magnetosfera distinta e separata attorno al reattore di una navicella spaziale, in modo analogo al campo magnetico e atmosferico terrestre.
I passeggeri del futuro che fruiranno di sistemi di posizionamento Magrav viaggerebbero in campi di forza gravitazionale entro i confini della struttura della navicella in condizioni simili alla Terra.
Nelle navicelle con propulsione Grapos sarebbe possibile la vita in normali condizioni senza gli effetti della mancanza di peso, come invece accade oggi nei viaggi spaziali. Queste navicelle, attraverso l’interazione di campi magnetici plasmatici naturali, sarebbero inoltre forzate a ruotare, così come del resto fanno i corpi celesti in possesso di campi di forza di posizionamento Magravs.
Questo metodo per i futuri viaggi spaziali vengono chiamati da Keshe "MOJHAN" ossia : sistema di Nutrizione e Habitazione riunita Originata Magneticamente (magnetically originated joint habitation and nutrition system).
Vorrei sottolineare che, la Keshe Foundation ha annunciato l’intenzione di creare uno “Spaceship Institute” in territorio italiano, nella zona Lago di Garda. Questo nuovo ente avrebbe lo scopo di sviluppare, nell'arco di due anni, il primo prototipo di veicolo spaziale in grado di compiere viaggi spaziali. Lo Spaceship Institute è stato annunciato e presentato dall’Ing. Keshe durante una conferenza stampa organizzata dalla Keshe Foundation il 31 ottobre 2013 a Brescia.

PRODUZIONE DI ENERGIA

Osservando ciò che avviene naturalmente nelle stelle o nel cosmo Keshe sarebbe giunto alla conclusione che la produzione di energia sotto la forma di elettricità non sarebbe basata sul movimento degli elettroni ma sul movimento di plasmi.
L’uso di reattori a “diluizione di plasma” e a posizionamento di Magravs rappresenterebbe la fine della necessità di bruciare carburante, con conseguente eliminazione di gas serra che si creano per il fatto di bruciare carburanti. (carbone olio e gas). Questo porterebbe anche alla fine dell’attuale produzione di pericolose scorie nucleari.
Dato che nell'universo i plasmi, gli atomi, i sistemi planetari, le stelle, le galassie creano il loro proprio movimento attraverso i campi magnetici, Keshe arriva alla conclusione che anche l’uomo potrebbe sfruttare la scomposizione della Matter per la produzione di energia.
Avendo sviluppato la capacità di controllare i reattori a posizionament o del plasma, che comporterebbe la possibilità di produrre e controllare continuamente campi di forza magnetici flessibili rotazionali dinamici entro il nucleo di tali reattori, diventerebbe possibile produrre nuovi e più potenti generatori che non avrebbero bisogno di nessun carburante per creare il movimento di rotazione. I generatori Grapos sarebbero in grado, secondo Keshe, di produrre energia dal kilowatt/h a megawatt/h in pochi secondi solo aumentando la potenza dei Magravs.
Questa nuova generazione reattori si chiamerebbero appunto Generatori Keshe. Un uso possibile per un piccolo reattore sarebbe quello di produrre le giuste vibrazioni plasmatiche degli elettroni o del plasma dei materiali entro qualsiasi ambiente per generare luce ed energia.
Le unità di generazione di corrente del futuro con tecnologia di diluizione magnetica plasmatica, rappresenterebbero il punto di partenza per la tecnologia di produzione di luce ed energia.

CIBO E BENESSERE PER IL MONDO

I reattori Keshe, secondo quanto affermato dallo scienziato, potrebbero essere anche utilizzati per la produzione di proteine.
Alcuni test, eseguiti nel 2008, avrebbero provato la possibilità di produrre proteine mediante l’uso di azoto dell’aria in modo semplice e realizzabile. Questa tecnologia sarebbe stata usata in test di prova per aiutare volontari con problemi di differenti deficienze vitaminiche o deficienze cellulari plasmatiche, per risanare i disordini prodotti da questi deficit, per permettere a persone malate di vivere una vita normale dopo anni di sofferenza.

Nel video seguente Keshe ha presentato al pubblico e alla comunità scientifica internazionale le notevoli potenzialità della nuova tecnologia nella guarigione della sclerosi laterale amiotrofica, meglio conosciuta con l’acronimo “SLA”. Si tratta di una malattia degenerativa del sistema nervoso per la quale non esistono atualmente cure definitive.
Il summenzionato video espone pubblicamente, la testimonianza del Sig. Massimiliano Bassan, cittadino italiano di Roma, illustrando le fasi del processo di guarigione.
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I campi magnetici plasmatici dei reattori potrebbero essere sintonizzati su frequenze simili ai pmtics delle piante, per generare certe vitamine o minerali.
Per esempio persone che soffrivano da fibroma cistico da trent’anni o più, con un trattamento di tre mesi, bevendo acqua trattata con questo sistema, avrebbero iniziato ad avere una vita normale senza più nessun segno di malattia. Il controllo dopo 18 mesi avrebbe mostrato un totale sradicamento della malattia.
Questi reattori che producono sorgenti singole o multiple, sarebbero anche in grado di rimpiazzare le tecnologie per i fertilizzanti industriali per la produzione di cibo. Nei corso dei test, i semi e le erbe sarebbero stati coltivati usando acqua trattata in questi reattori; i semi così ottenuti sarebbero stati confrontati con semi coltivati contemporaneamente con acqua piovana normale; questi ultimi sarebbero risultati morti all’inizio di ottobre, mentre le erbe annaffiate dal reattore sarebbero rimaste verdi fino a marzo dell’anno successivo. Questo si sarebbe verificato perché le molecole di acqua sarebbero state strutturate attraverso il sistema del reattore per agire come fertilizzante.
I nuovi reattori potrebbero essere piazzati in un villaggio o in una città, senza necessità di linee di trasmissione, né occorrerebbero particolari conoscenze per operare con essi. Attraverso la produzione di elettricità e impianti di depurazione sarebbe possibile ottenere forniture di acqua fresca e pulita per tutti i bambini, gli uomini e le donne del pianeta.
Questa nuova sorgente di energia e di acqua darebbe opportunità alle nazioni del terzo mondo di superare la soglia di povertà, liberandosi degli aiuti esterni e delle organizzazioni di beneficenza. Queste nazioni sarebbero in grado di produrre cibo e benessere per la loro nazione come il resto del mondo eliminando il debito con le altre nazioni.

ALTRE FORME DI VITA NELL'UNIVERSO

Attraverso la comprensione del funzionamento dei campi magnetici entro qualsiasi struttura, sia essa un atomo, una molecola o una stella, Keshe ed il suo team, sarebbero giunti alla conclusione che possano esistere tipi di vita differenti in ogni angolo dell’universo. La vita potrebbe infatti manifestarsi attraverso molteplici forme e con basi organiche diverse rispetto a quelle tipiche delle catene proteiche della razza umana.
Le catene di proteine di queste razze aliene potrebbero essere composte da materie differenti rispetto all’azoto ed essere più efficienti nell’utilizzo dei pmtics rispetto alla catena delle proteine umane. Questi esseri potrebbero essere caratterizzati dalla presenza di un liquido preposto alla circolazione di diverso colore rispetto a quello del sangue umano, ma non necessariamente questo significherebbe che la loro essenza sia differente da quello dell’uomo.
Per esempio, se il liquido vitale di queste creature avesse il potassio come elemento di base anziché l’azoto o una miscela di potassio e azoto, allora questo liquido potrebbe funzionare bene o meglio rispetto al sangue umano che si basa sulla catena dell’azoto, per la conversione e l’uso di Matters e materiali del brodo universale. Quindi le differenze tra queste creature e l’uomo potrebbero limitarsi al solo colore del liquido dei loro corpi.
I vari pianeti dell'Universo avrebbero acquisito, secondo Keshe, diverse materie di base a causa della forza dei Magravs delle Matters presenti al momento d'inizio della loro formazione nello spazio galattico.
Nei futuri viaggi spaziali gli uomini, esplorando certi pianeti e certe zone, potrebbero trovarsi, secondo Keshe, di fronte a creature di diversa intelligenza, colori, taglie, trasparenze e forme.

CONCLUSIONI

Keshe prevede che nel futuro a breve termine la nuova tecnologia basata sulla transizione delle Matters potrà rappresentare la soluzione per la sopravvivenza dell’uomo nell’ambiente ostile dell’universo.
Secondo Keshe, l’uomo, grazie a questa tecnologia, sarà in grado di avere il controllo della maggior parte delle forze universali, usandole a proprio vantaggio ed eliminando la maggior parte delle malattie attualmente presenti sul nostro pianeta.
L'’uomo inoltre sarà in grado di produrre abbastanza cibo dai plasmi iniziali dell’universo senza il bisogno di suolo, semplicemente convertendo il plasma iniziale degli atomi e delle molecole in proteine e vitamine, in qualsiasi punto dell'universo.
L’uomo potrà produrre ogni tipo di materiale dai plasmi iniziali assorbiti dall’ambiente dello spazio, qualsiasi materia che sia un atomo di idrogeno, ossigeno, acqua, molecole di proteine, oro o lamine di acciaio.
Le navicelle del futuro non avranno bisogno di portare nessun materiale di base grezzo per la produzione di parti nello spazio. L’uomo avrà la possibilità di produrre materiali per la costruzione di zone abitabili ovunque nello spazio ed in qualsiasi ambiente planetario attraverso l’uso della diluizione di plasma e reattori Grapos.

CONSIDERAZIONI PERSONALI

Bè, cosa dire! Leggendo il materiale scritto da Keshe si rimane letteralmente senza fiato. Credo proprio che niente di simile sia mai stato scritto in precedenza da qualcun altro, almeno per quella che è la mia personale conoscenza.
La domanda che sorge spontanea non può che essere: "Ma è tutto vero?" Oppure si tratta di un romanzo di fantascienza o del vaneggiamento di uno scienziato pazzo?
Personalmente, non ho la preparazione scientifica necessaria per poter capire in modo approfondito il lavoro di questo scienziato. Tutto quello che posso fare è mantenere una mente aperta e aspettare. Aspettare di vedere realmente all'opera questa nuova tecnologia, nella vita concreta di tutti i giorni.
Certo è che, se anche solo una piccola frazione di quanto esposto da Keshe si tramutasse in realtà, nel mondo, nel nostro vecchio e rassicurante mondo, tutto cambierebbe alla velocità della luce. Saremmo in grado di far fronte ad un simile, incredibile, fantascientifico cambiamento?
In ogni caso, pensare che la fame nel mondo, le malattie e le guerre scompariranno è un sogno che a noi, poveri mortali pare ancora irrealizzabile.
Quindi, da parte mia, non posso che rimanere pazientemente in attesa, evitando di puntare il dito contro chi, in un modo o nell'altro, sta cercando di cambiare il mondo. Ricordiamoci che, scardinare gli equilibri su cui si regge la nostra attuale civiltà, non sarebbe impresa facile per nessuno. Se poi il tutto si rivelerà essere una bufala, bè, noi tutti continueremo le nostre vite, cercando di fare sempre del nostro meglio.
Lascio il lettore in compagnia di un video in cui lo scienziato parla delle sue scoperte.



Bibliografia

The Universal Order of Creation BY MEHRAN TAVAKOLI KESHE

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