La paura! E' normale che esista in ognuno di noi? E fino a che punto condiziona le nostre vite?
Il seguente filmato può aiutarci a riflettere su questo argomento.



Il protagonista, Fabio de Luigi, riesce a trasmetterci un quadro cristallino di quella che è spesso la realtà delle nostre vite.
Il nostro problema principale, ciò che ci condiziona maggiormente, privandoci della nostra libertà, è proprio la paura, non tanto una paura specifica, ma una serie di paure che riguardano un pò tutti gli aspetti della nostra esistenza.
Ad esempio,  pensiamo alla paura di perdere il nostro lavoro, di non accumulare denaro a sufficienza per la vecchiaia, del giudizio degli altri, delle malattie, di perdere le persone che amiamo e naturalmente alla paura della morte.
La lista potrebbe continuare praticamente all'infinito. Qualunque evento che vada a spezzare la ripetitività della nostra esistenza quotidiana, il nostro consueto modo di pensare, le nostre credenze, è di per sè sufficiente per far nascere in noi una sensazione di paura che,  nei casi più estremi,  può persino trasformarsi in panico.
Di solito noi tutti tendiamo ad ingigantire enormemente le nostre paure. Per fare un esempio,  potremmo essere preoccupati che nostro figlio abbia un incidente in macchina; se continuiamo a pensare alla possibilità che questa ipotesi si realizzi non faremo che alimentare continuamente tale paura, ingigantendola in modo smisurato e trasformandola in una vera e propria forma di ansia.
Purtroppo molte madri cadono in questa trappola e le loro vite si trasformano in un continuo susseguirsi di paure e preoccupazioni per il destino dei propri figli.
Spesso finiamo con il trasmettere la paura e l'ansia anche sulle persone che ci sono più care, causando un danno ancora più profondo.
Ma allora,  che cosa si può fare per non essere dominati dalla paura?
Per quanto mi riguarda, in primo luogo prendo coscienza del fatto che la paura non mi può essere di alcun aiuto, anzi non fa che peggiorare qualsiasi tipo di situazione che io mi trovi a fronteggiare. Quindi, nel momento in cui la paura inizia ad emergere cerco di prenderne coscienza, osservando anche le reazioni che ne derivano a livello corporeo; ad esempio, aumento del battito cardiaco, sudore freddo, tremore ecc... Sembrerebbe assurdo ma, nel momento in cui riesco a rimanere presente alla mia paura, ecco che la stessa comincia a dissolversi, dimostrando di non essere altro che uno spettro evanescente. Questo mi consente anche di analizzare meglio la situazione che mi trovo ad affrontare, osservandola da diverse angolazioni e punti di vista e trovando la soluzione migliore.
Vi assicuro che questa tecnica funziona davvero; non si tratta di reprimere la sensazione ma di osservarla in modo consapevole, di prenderne coscienza con calma, ed ecco che in breve tempo si riesce a riprendere il controllo. Al contrario,  fuggire dalla paura non fa che alimentarla ed ingigantirla enormemente.
Concludo questa riflessione con una frase di Cesare Pavese: " Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola."


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