Soldi e Felicità
Soldi e Felicità; il denaro può veramente renderci felici? In quale misura e da quale punto di vista?
Per la maggior parte delle persone la risposta sarà un "si", almeno con riferimento ad un livello minimo di ricchezza che consenta una vita dignitosa, il mantenimento della propria famiglia senza eccessivi sacrifici, la possibilità di dare ai propri figli la sicurezza e la tranquillità.
Tuttavia, al di là di una linea di demarcazione che può variare da individuo ad individuo, ma non di molto, possiamo dire che il denaro non rappresenta più la chiave per il raggiungimento di una condizione di benessere interiore.
Ciò che ci si aspetta renda felici, soldi, viaggi, possedimenti, si dimostra semplicemente una fonte di piacere transitorio e, come tale destinato a finire.
Il piacere, inteso come un'emozione positiva derivante dal possesso di un bene materiale, o da un'esperienza fisica, non deve infatti essere confuso con la vera felicità, cioè con una condizione di equilibrio e pienezza interiore che le parole non possono pienamente descrivere.
Se per noi essere felici significa rincorrere ad un ritmo serrato e convulso, una serie infinita di emozioni piacevoli, saremo destinati a restarcene con un pugno di mosche, con una tremenda sensazione di vuoto interiore e di solitudine, tanto più sconfinata quanto meno avremo rivolto l'attenzione al nostro "Io" interiore, alla nostra anima.
Io stessa mi rendo conto di quanto questo sia vero; nel momento in cui tutta la mia attenzione si perde sul mondo esterno, inizio a desiderare, a volte quasi spasmodicamente una borsa, un vestito, un paio di scarpe; se posseggo il denaro sufficiente e acquisto l'oggetto, sperimento uno stato di euforia più o meno intenso che dura esattamente sino al momento in cui possiedo realmente l'oggetto.
A quel punto o, al limite, dopo averlo indossato una volta, non faccio altro che metterlo nell'armadio, rivolgendo la mia attenzione a qualcosa di nuovo, di esterno; cerco cioè un nuovo stimolo alla mia euforia, qualcosa che riaccenda di nuovo questo stato di piacere effimero che, alla fine, non è altro che una continua fonte di stress mentale.
Malgrado io sia diventata consapevole di questo meccanismo, devo esercitare un controllo attento dei miei pensieri se intendo veramente evitare di diventarne succube. La mente infatti, proprio in quanto collegata al mondo esterno, cercherà costantemente di portare la mia attenzione su qualsiasi tipo di oggetto materiale; ad esempio potrò pensare che l'euforia per i vestiti o le borse si sia spenta e, mi ritroverò persa ad osservare un nuovo tipo di tablet o di telefonino; a volte mi illuderò di pensare non al mio piacere personale ma a quello dei miei bambini, e mi metterò a cercare qualcosa che sia "utile" per loro, per poi rendermi conto che anche l'armadio dei miei figli è strapieno e che la mente sta usando un ulteriore stratagemma per incanalare la mia attenzione su una fonte di piacere esterno.
Questo discorso naturalmente è valido per qualunque altra cosa, non c'è confine ai nostri desideri; dobbiamo inseguire qualcosa perchè ciò che possediamo nel momento presente non è sufficiente, non lo consideriamo appagante; il futuro diventa allora l'unico elemento motivazionale, non viviamo più godendo di ciò che già possediamo, ma ci perdiamo in un fiume di pensieri impetuosi che, associandosi gli uni agli altri, si trasformano in una sorta di tornado, che risucchia il nostro essere, trascinandolo in una dimensione illusoria, nella quale siamo come burattini i cui movimenti rispondono ad impulsi esterni.
In tale dimensione ci convinciamo di avere una volontà, o meglio, la nostra mente cerca di convincerci che stiamo esercitando il libero arbitrio; la mente dirà: "guarda quanto sei libero! Puoi acquistare ciò che vuoi!"
In realtà, tutto ciò che facciamo è appunto quello di ubbidire ad un impulso esterno, ad un'associazione mentale ormai cablata nel nostro cervello alla quale fa seguito la produzione nel nostro organismo di una complessa miscela di sostanze chimiche, responsabili della sensazione di euforia.
Nel momento stesso in cui scrivo queste parole, sento una voce dentro di me che cerca di convincermi che in fondo, potrei dare una sbirciatina al mio negozio online preferito:
"Avanti, riposati un pò, lasciati andare, forse c'è qualcosa di carino in saldo, forse proprio ciò che desideravi da molto tempo; potresti trovarlo ad un prezzo stracciato! Cosa Aspetti? Te lo meriti; in fondo hai i soldi per acquistare ancora qualcosa..."
La mente sta cercando di fare leva sul mio "bisogno" di appagamento, e se la lascio lavorare senza alcun controllo consapevole, ben presto mi porterà di fronte ad una scelta: effettuare l'acquisto, sentendo il rimorso di aver speso di nuovo una somma di denaro o non effettuarlo affatto, lasciandomi però con un senso di insoddisfazione più o meno profondo."
L'esempio che ho riportato vale per qualunque settore della nostra vita; disperdiamo moltissima energia nella ricerca di qualcosa di indefinibile che riempia quello strano ed incolmabile vuoto che percepiamo in noi stessi; ciò che troviamo all'esterno ci stordisce per un pò, ci allontana da quella sensazione ma poi ritorna implacabilmente ad albergare dentro di noi.
Quindi,credo che poche persone siano in grado si provare uno stato di benessere interiore costante nella propria vita, forse solo pochi illuminati che, attraverso un contatto costante con il proprio "io" interiore, hanno percepito e compreso intimamante il significato profondo dell'esistenza.
Tuttavia, non disperiamo, il benessere è una questione soggettiva, una sottile corrente che pervade l'esistenza, alla quale ogniuno può riuscire ad agganciarsi, trascorrendo quanto meno una vita serena ed equilibrata.
Affinchè questo accada, ritengo sia di fondamentale importanza evitare di dare eccessiva enfasi a quasiasi bene materiale, compreso il denaro in quanto tale, perchè ogni oggetto, al quale ci aggrappiamo con desiderio eccessivo, finirà per renderci schiavi di esso.
Facciamo un esempio; supponiamo di desiderare ardentemente l'ultimo modello di telefonino uscito sul mercato ma di non avere il denaro necessario per acquistarlo. Siamo talmente desiderosi dell'oggetto in questione che lo trasformiamo in un' autentica ossessione e questo crea in noi una sensazione di mancanza, un sottofondo di malcontento che accompagna le nostre giornate.
Le Voci nella Testa implacabilmente si attivano inviandoci messaggi continui su quanto sarebbe utile quel nuovo tipo di telefonino, su quanto ci renderebbe interessanti agli occhi degli amici e bla bla bla....
Se riusciamo a far tacere per un attimo le voci, prendendo il controllo, potremo finalmente domandarci:
" Esattamente, che cosa cambierebbe di sostanziale nella mia vita se avessi quel telefonino?"
La risposta sarà, nella maggior parte dei casi: "Assolutamente niente".
Il telefonino nuovo rappresenta solo un modo di attrarre l'attenzione da parte di coloro che ci circondano, un nuovo stratagemma utilizzato dall'Ego, dalla personalità, per gonfiarsi e mettersi al centro dell'attenzione.
Ora, se comprendiamo questo, potremo rivolgere uno sguardo diverso al telefono che già possediamo, lo potremo apprezzare perchè svolge diligentemente le proprie funzioni, e decidere con saggezza ed equilibrio che l'oggetto in questione non rientra nelle nostre priorità attuali. Questo naturalmente andrà fatto con consapevolezza, sarà il risultato di un pensiero consapevole che, superando i nostri meccanismi inconsci, lascerà in noi un senso di appagamento proprio in quanto avrà finalmente posto fine ad un dialogo interiore incessante e completamente al di fuori del nostro controllo consapevole.
Se proprio non riuscite a togliervi dalla testa un determiato oggetto e lo mettete al centro della vostra esistenza come qualcosa di assolutamente irrinunciabile..., bè, sappiate che non sarà vostro per sempre, non lo porterete con voi nella tomba ...
Certo, questa riflessione è di per sè un tantino scioccante ma, badate bene, proprio in quanto tale vi aiuterà a fermarvi, sganciandovi dai meccanismi contorti della vostra mente.
Perchè dare così tanto della vostra preziosa energia ad un semplice oggetto, perchè conferirgli una tale importanza? Come possiamo consegnare un potere così grande ad un congegno elettronico, al punto che arriviamo a dipendere da lui per un briciolo di gioia, peraltro del tutto effimera?
E' dunque questo il nostro destino? Dipendere da qualcosa di esterno per la realizzazione del nostro benessere interiore?
Bè, non è così che funziona; se crediamo che la felicità sia qualcosa da rincorrere affannosamente, sperando che prima o poi la troveremo, in realtà non faremo altro che allontanarcene, perchè solo apprezzando ciò abbiamo nel momento presente, e non in un futuro che non esiste, potremo aspirare alla gioia.
Il mio consiglio? Rilassatevi, respirate profondamente e soprattutto non lamentatevi!!
La scelta di non lamentarmi è stata in assoluto la via più semplice ed immediata che ho sperimentato su me stessa per incrementare stabilmente il mio personale stato di gioia interiore.
Questa semplicissima ricetta forza un cambiamento positivo dentro ogniuno di noi. E' sufficiente che iniziate ad osservare consapevolmente quanto la lamentela influenzi la vostra vita di ogni giorno, per comprendere la necessità di liberarvene.
Se non ci credete fate semplicemente una prova: per trenta giorni cercate di trattenere qualsiasi tipo di lamentela nel corso delle vostre giornate, al lavoro, in famiglia, in vacanza, ovunque. Trascorsi i trenta giorni vi assicuro che molte cose saranno cambiate in meglio nella vostra vita e quella sottile corrente di benessere di cui avevo accennato in precedenza, inizierà ad avvolgervi in una spirale sempre più appagante e profonda.
Vi raccomando: provate e non desistete. All'inizio potrà sembrarvi difficile ma, a poco a poco, inizierete a percepire una realtà letteralmente nuova, nella quale ogni cosa apparirà in una luce diversa e particolare.
"La gioia non è nelle cose, è in noi." Richard Wagner
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